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Roberto Benigni

ROBERTO BENIGNI
Roberto Benigni nasce a Misericordia in provincia di Arezzo nel 1952, ma presto si trasferisce a Vergaio, nel pratese. Nel 1972, insieme a Silvano Ambrogi, Carlo Monni e Aldo Buti, si trasferisce carico di sole speranze a Roma, dove comincia a lavorare in TV. L’incontro con Renzo Arbore lo porta a partecipare a trasmissioni come L´altra Domenica che gli portano la fama presso il grande pubblico. Del 1977 il primo film (criticatissimo) Berlinguer ti voglio bene.
E poi film con Renzo Arbore (Il Pap´occhio), con Massimo Troisi (Non ci resta che piangere), con Walter Matthau (Il piccolo diavolo), con registi del calibro di Federico Fellini (La voce della Luna) e interpreti come Paolo Villaggio (sempre ne La voce della Luna) hanno fatto di Benigni uno dei più grandi comici contemporanei italiani.
Del 1999 il maggior riconoscimento del mondo cinematografico:
i tre Oscar con la pellicola La vita è bella.

 

In teatro

Benigni debutta in teatro giovanissimo: nel ´72 si trova sul palco con Pamela Villoresi in Una favola vera, tratto da Il Re nudo, con la regia di Paolo Magelli. Nello stesso anno con Carlo Monni interpreta I burosauri a Roma, con la regia di Donato Sannini.Dopo altri spettacoli con Lucia Poli, Marco Messeri e Giuseppe Bertolucci, arriva il grande successo anche con gli spettacoli dal vivo: è la volta di Tuttobenigni.

È il 1983: il primo Tuttobenigni è un monologo di oltre due ore dove Benigni interpreta, commenta, dialoga, parafrasa tantissimi temi e argomenti: dalla politica a Dio (che chiama Guido), alla rilettura di alcuni passi biblici. Per la regia di Giuseppe Bertolucci, un esilarante escalation di comicità.
Dopo questo, e dopo la Lectura Dantis del V e VII canto dell´Inferno dantesco all´Università di Siena fatta nel 1990, si passa direttamente alla seconda edizione del Tuttobenigni, quella del ´95-´96: anche qui Benigni passa in rassegna sia lo scenario politico d´allora, che temi esistenziali-religiosi, come la famosissima messinscena del giudizio universale o del diluvio universale. D´incredibile efficacia il racconto della costruzione dell´Arca da parte di Noè e la dettatura da parte di Dio dell´incipit della Bibbia.
Il debutto di Benigni avviene a Roma, a soli 20 anni, nella commedia "I Burosauri" di Silvano Ambrogi.
Il primo vero personaggio, il Cioni Mario, inventato con Giuseppe Bertolucci nel 1977, appare per primo nel monologo Cioni Mario di Gaspare fu Giulia. Successivamente viene interpretato da Benigni anche nella serie TV Onda Libera e nel film -oggetto di moltissime critiche e poi censurato- Berlinguer ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci, solo da pochi anni riabilitato e riammesso nei circuiti di distribuzione. Il primo Benigni è un personaggio dissacrante, contestatario, surreale, che si interroga sulla società del tempo e sui suoi costumi, senza dimenticare la satira politica, sempre presente anche nei suoi successivi lavori.
Nel 1979 è protagonista nel film di Marco Ferreri Chiedo Asilo.
Del 1980 è il lavoro con Renzo Arbore nel film Il Pap´occhio, una pellicola anch´essa per lungo tempo tenuta lontano dai circuiti cinematografici per il coinvolgimento, nella trama del film, del Vaticano.
Renzo Arbore infatti, è un noto ancor man di successo e viene chiamato dall´allora neoeletto pontefice Karol Wojtila alla direzione della Rete Televisiva Vaticana.
Nel 1981 Benigni lavora nel film Il Minestrone di Sergio Citti.
Il 1983 è l´anno del suo primo lavoro come regista: Renzo Arbore porta con sé tutta la sua "band" (oltre a Benigni anche Mario Marenco, Le Sorelle Bandiera, Andy Luotto, Isabella Rossellini, Giorgio Bracardi) che costruisce tutta una serie di gag giocate su doppi sensi e parodie. Esilaranti le scene di Benigni nelle stanze del vaticano e quella nell´Orto del Jazzemani, con chiara allusione evangelica.
Tu mi turbi è il titolo della sua prima pellicola diretta e interpretata da lui stesso. 4 episodi (il primo dei quali un incontro tra Benigni e un Gesù da bambino) esilaranti e al tempo stesso ironici e denunciatari.
Poi la seconda pellicola da regista, stavolta in coppia con l´eccezionale Massimo Troisi: Non ci resta che piangere, uno dei migliori film di Benigni per la geniale trovata del viaggio a ritroso nel tempo e l´azzeccata combinazione tra eventi storici e trama dei personaggi.
Nel 1986 entra a far parte di alcuni film prodotti negli Stati Uniti, dei quali il più noto in Italia è Taxisti di notte, nel quale Benigni partecipa ad un episodio.
Nel 1988 inizia una serie di irrefrenabili incursioni televisive e sbanca i botteghini dei cinema italiani con il film Il piccolo Diavolo interpretato al fianco di Walter Matthau e realizzato in collaborazione con Vincenzo Cerami. Benigni è qui un diavoletto (di nome Giuditta), che dopo essere uscito dal corpo di una donna di mezza età di cui si era impossessato, incontra il prelato Walter Matthau di cui diventa amico. Sul set anche la moglie di Benigni, Nicoletta Braschi.
Nel 1989 recita da protagonista nell´ultimo film di Federico Fellini, La voce della Luna, insieme a Paolo Villaggio.
Il 1991 è l´anno di Johnny Stecchino, altro lavoro che vede Benigni autore, regista e interprete. Grandissimo il successo sia al cinema che in videocassetta tributato anche a questo lavoro.
Due anni dopo Roberto Benigni prende parte al film Il figlio della Pantera Rosa di Blake Edwards.
Nel 1994 arriva Il Mostro, altro lavoro di regista-attore per Roberto, che, richiamandosi alla triste vicenda del Mostro di Firenze, ironizza sulla vicenda e soprattutto sulla conduzione delle indagini da parte delle forze dell´ordine.
Nel 1997 Roberto ricalca l´aspetto tragicomico già presente ne Il Mostro, commuovendo e divertendo l´intero mondo con il suo straordinario film
La vita è bella, che gli è valso il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes nel 1998, e 3 ambitissime statuette d´oro nel 1999.